LA CULTURA CHE CURA
I LUOGHI DELLA CURA – INCONTRI TEMATICI ALLA SCOPERTA DI UN ITINERARIO CULTURALE DELLA CURA
La XVII edizione del Festival – next generation women, dal 4 al 9 novembre dedica un itinerario tematico, all’argomento chiave del cambiamento culturale per rimettere l’essere umano al centro del proprio futuro: la cura.
Anna Solaro, Responsabile Alta Formazione e Teatro Sociale /Teatro dell’Ortica, in collaborazione con il Festival, anima e traccia le linee di un itinerario di filosofia della cura.
Durante e dopo la pandemia è emerso in modo prepotente quanto ognuno di noi sia fragile di fronte alla malattia, nessuno escluso e quanto siano diversi i concetti di cura, quanto facciano paura metodologie mediche che non tengano conto delle esigenze psicologiche e umane e delle paure di ogni singolo cittadino. Abbiamo scoperto quanto il territorio, le nostre abitazioni, i luoghi dove viviamo, lavoriamo, studiamo abbiano la necessità di essere interconnessi attraverso anche una rete di rapporti sociali e istituzionali e di non essere abbandonati a se stessi. La cultura, in questo senso, può farsi mediatrice fra istituzioni e comunità nell’acquisire i giusti modi di comunicazione e approccio, può essere rifugio di riflessione su quanto accade o ci sovrasta in caso di malattia o fragilità. La cultura, insieme al sociale, deve indirizzarsi e operare non solo nella ripresa dello spettacolo dal vivo, ma lavorare alla possibilità vitale e vivificante di porsi come strumento mediano e di pensiero aperto nella sua funzione di promozione sociale. Di essere incisiva, come un aratro. Riaprire un dialogo fruttuoso fra le diverse interpretazioni della cura e della malattia scevro da antagonismi sterili per riprendere una riflessione costruttiva sul concetto di cura. La cura non può essere oggetto del contendere ma patrimonio comune di filosofia, stili di vita, relazioni, salute, bene comune. Cura non è solo attenzione. Avere cura significa avere a che fare. La cura non solo si interessa ma partecipa. È necessario ripartire dal senso, dal significato per depurarla da ogni rischio meccanicistico.
Al centro della nostra città, Genova, si pensa di creare questo luogo di partenza invitando esperti pensatori, filosofi, intellettuali che diano le coordinate per questo viaggio. Da quelle riflessioni partiranno dei sentieri esperienziali in cui far depositare l’appreso: laboratori, film, libri, performance. La cultura diviene mezzo esplorativo sistematizzante per riappropriarsi di un bisogno. Grandi temi in cui trovare una narrazione differente e la possibilità di avvicinarsi senza sentirli distanti ma parte di sé, favorendo una ricostruzione dal basso. Così si parlerà di autobiografia, di una storia che è la nostra storia e che corre insieme a quella di tanti, di filosofia della cura, di formazione della comunità, di scuola, di teatro sociale e delle nuove prospettive, di arte contemporanea legata ai temi di genere, di cure e di guarigioni possibili di chi sta ai margini, di chi non si ritiene degno di cura, di malattia che si cura attraverso il bello (Anna Solaro)
4 novembre ore 10.00 Aula Magna Via Balbi, 2
Luoghi della Cura / I libri
LADY MONTAGU E IL DRAGOMANNO
Saluto Nicoletta Dacrema, prorettrice vicaria, Unige
Presentazione del progetto Anna Solaro, Responsabile Alta Formazione e Teatro Sociale e Consuelo Barilari, direttrice del Festival dell’Eccellenza al Femminile. Con Elisa Bricco e Chiara Rolla, docenti di Lingue, Unige, Maria Teresa Giaveri, giornalista e traduttrice Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica Francese, autrice del libro (Neri Pozza 2021, collana “I Colibrì”)
Lo spunto sarà il saggio della docente universitaria Maria Teresa Giaveri, dedicato a Lady Montagu e all’avventura tutta femminile del vaccino contro il vaiolo che vede protagonista una vivace dama del 700 che a Costantinopoli conoscerà un metodo di immunizzazione dal vaiolo praticato dalle donne circasse e diffuso in tutti gli strati sociali dell’Impero Ottomano diventandone ambasciatrice tra i nobili dell’Europa occidentale e contribuendo alla sua diffusione in diversi paesi Si potrà così ampliare la riflessione su come i nuovi paradigmi culturali della cura siano legati a nuovi modelli di genere. Un esperimento praticato da donne ignoranti». Così, nella Londra del 1721, viene accolta la proposta, avanzata da una dama elegantissima e intraprendente, Lady Mary Wortley Montagu, di immunizzarsi dal virus letale del vaiolo infettandosi preventivamente con una dose attenuata del morbo.
Sabato 6 novembre – ore 17.00 – CENTRO CIVICO BURANELLO SAMPIERDARENA
Luoghi della Cura/Il fumetto
TRIPLO GUAIO STORIA A FUMETTI DI UNA GUARIGIONE
Con Isabella Di Leo, fumettista e grafica pubblicitaria, Anna Solaro, Responsabile Alta Formazione e Teatro Sociale, Conduce Erika Manna, giornalista La Repubblica.
L’autrice Isabella Di Leo — 30 anni, milanese — lo chiama QBM, alias Quel Brutto Male: è la personificazione (o mostrificazione?) del tumore al seno triplo negativo che l’ha colpita nel 2017. «Ciao Isa! Ho deciso di irrompere nella tua vita senza alcun preavviso!»: a pronunciare queste parole, nel fumetto Triplo Guaio, è un mostro violaceo sfacciato, invadente e testardo. Il webcomic Triplo Guaio — nato come vignette sui social, poi edito in forma di racconto grafico unitario da Becco Giallo — racconta la storia dell’espulsione di QBM dalla casa di Isabella. Una metafora della guarigione sotto forma di fumetto, punteggiata di ironia e capace di raccontare le varie fasi della terapia con trovate narrative brillanti, ma che non rinuncia a toccare gli aspetti più dolorosi del percorso. «Avevo bisogno di rendere il cancro graficamente per poter sfogare quello che provavo», spiega, «e la cosa mi ha aiutato tantissimo psicologicamente». Dopo il successo della pagina Facebook e Instagram, “Triplo Guaio” è diventato un romanzo grafico edito da Becco Giallo che ripercorre la storia di De Leo dalla diagnosi alla guarigione.
Martedì 9 novembre – ore 17.00 – NUOVA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA
Luoghi della Cura/l’autobiografia
SCRIVERE PER GUARIRE?
IN CHE MODO LA SCRITTURA DELLA PROPRIA AUTOBIOGRAFIA CURA E GENERA CAMBIAMENTI
Spazio /cantiere
Conduce Erica Manna, giornalista La Repubblica. Con Duccio Demetrio, direttore scientifico del Centro Nazionale Ricerche e studi autobiografici della Libera università dell’Autobiografia di Anghiari; Anna Solaro, Responsabile Alta Formazione e Teatro Sociale.
L’effetto terapeutico della scrittura, della autobiografia, dello scrivere su di sé. Si riconoscono infatti alla scrittura, anche in ambiti scientifici e clinici, prerogative e compiti efficaci di carattere auto-curativo e, in alcuni casi, terapeutici. Come molti scrittori e scrittrici famosi si “salvarono” scrivendo, così una infinita moltitudine di sconosciuti e di autobiografi attraverso la scrittura hanno potuto raccontare la loro storia personale e sentirsi meno soli, meno abbandonati, meno “vuoti” trovando anche un nuovo modo di relazionarsi con il terapeuta. Distanziati dall’Ego e concentrati sul qui e ora, scrivendo le loro sensazioni più vere e analizzando ciò che avevano intorno attraverso il flusso creativo della scrittura hanno potuto raggiungere una nuova consapevolezza di sé.
10 novembre ore 10.00/18.00- NUOVA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA GENOVA
Luoghi della Cura/Il Teatro
NUOVI PARADIGMI TEATRALI/DRAMMATURGIE DI GENERE E NUOVI LINGUAGGI
Convegno Internazionale
Attraverso la collaborazione con le reti delle Università italiane, già attive come soggetti promotori del Premio Ipazia alla Nuova Drammaturgia il Festival intende coinvolgere alcune tra le più rappresentative drammaturghe, registe e studiose in Italia e all’estero, offrendo uno spazio di confronto per dare forza alle nuove linee progettuali di genere e per innescare trasformazioni nel Teatro in vista del piano “Next Generation”. In particolare il Convegno si rivolge all’attenzione degli studenti e giovani drammaturghi, stimolando una riflessione sui temi della drammaturgia al femminile e sulla trasformazione delle politiche teatrali in questo particolare momento post pandemia. Saranno presenti: Andrea Porcheddu, critico teatrale e dramaturg Teatro Nazionale di Genova, Carlo Fanelli (Docente di Discipline dello Spettacolo Università della Calabria) e – in rappresentanza della Rete Internazionale Donne e Drammaturgia, Gianfranco Bartalotta (Dir. TEATRO E CINEMA CONTEMPORANEO), Roberto Trovato (Docente di Storia del Teatro Università di Genova), Silvana Zanovello (critico Teatrale Il Secolo XIX), Milagro Martín Clavijo (Università di Salamanca – Spagna) e Mercedes Arriaga (Università di Siviglia – Spagna), Linda Kaiser, Critico d’Arte, Artibune, Lina Prosa (drammaturga, regista e Dir. di MigraTetro – Centro Amazzone), Patrizia Monaco (drammaturga), Angela Di Maso (drammaturga) altri invia di definizione.
L’iniziativa si svolgerà in presenza e sarà trasmessa in streaming sui canali del Festival dell’Eccellenza al Femminile (Facebook – YouTube) in collaborazione con l’Università degli Studi di Genova, l’Università degli Studi di Padova, l’Università degli Studi della Calabria-Cosenza, l’Università degli Studi di Salamanca e Siviglia – Spagna.
11 novembre ore 17.00 MUSEO BIBLIOTECA DELL’ATTORE
Luoghi della Cura/La scrittura
MUSA E GETTA
Lettura e presentazione del progetto editoriale
Tratto dal libro Musa e getta. Sedici scrittrici per sedici donne indimenticabili (ma a volte dimenticate) a cura di Arianna Ninchi e Silvia Siravo – Ponte alle Grazie, Milano, 2020
Lettura di JEANNE HÉBUTERNE scritto da Ilaria Gaspari, con Silvia Siravo
Musa e getta è un format al femminile con cui il Festival intende celebrare donne che hanno vissuto accanto a grandi uomini, che hanno vissuto accanto a grandi donne Lou Andreas-Salomé, Luisa Baccara, Maria Callas, Pamela Des Barres, Zelda Fitzgerald, Rosalind Franklin, Jeanne Hébuterne, Kiki de Montparnasse, Nadia Krupskaja, Amanda Lear, Alene Lee, Dora Maar, Kate Moss, Regine Olsen, Sabina Spielrein. e esaltarne l’arte di ispirare i talenti. Si tratta di un progetto crossmediale, che si articola in ambito editoriale e teatrale. Nell’ambito del Festival dell’Eccellenza al Femminile due degli straordinari personaggi descritti nei 16 racconti, Nadia Krupskaja in forma di spettacolo e Jeanne Hébuterne in forma di lettura saranno interpretati dalle giovani attrici Arianna Ninchi e Silvia Siravo e che sono anche le curatrici del progetto.
Le autrici: Ritanna Armeni, Angela Bubba, Maria Grazia Calandrone, Elisa Casseri, Claudia Durastanti, Ilaria Gaspari, Lisa Ginzburg, Chiara Lalli, Cristina Marconi, Lorenza Pieri, Laura Pugno, Veronica Raimo, Tea Ranno, Igiaba Scego, Anna Siccardi, Chiara Tagliaferri svelano qui altrettante donne meravigliose.
Venerdì 12 novembre – ore 17.00 – Centro Civico Buranello/Biblioteca Gallino
Luoghi della Cura/Lo sport
GIOVINETTE. Le calciatrici che sfidarono il Duce
Di Federica Seneghini e Marco Giani. Con l’autrice, Marco Fantasia, giornalista, Rai Sport e Marco Giani, docente e autore del saggio, con la collaborazione dell’Associazione La Consulta di Genova.
Rosetta, con i suoi sedici anni e nell’animo il sacro fuoco del calcio. Giovanna, per cui l’avventura della squadra è anche un gesto politico. Marta, saggia e posata ma determinata a combattere per la libertà di giocare. E poi la coraggiosa Zanetti che dà il calcio d’inizio, la stratega Strigaro che scrive ai giornali, la caparbia Lucchi che stenta a vincere l’opposizione paterna… Sono le amiche che all’inizio degli anni Trenta danno vita al Gruppo femminile calciatrici milanese, la prima squadra di calcio femminile in Italia. Ma l’Italia di allora è fascista e man mano che il gruppo si allarga, diventa una vera formazione e comincia a far parlare di sé sui giornali, il regime entra in allarme. Certo, queste giovinette si sono date tempi di gioco più brevi e regole più leggere, assicurando di non voler compromettere la loro «funzione primaria» di madri. Scendono in campo con i calzettoni e la gonna nera per non offendere la morale. Ma sono comunque donne e il calcio è uno sport da maschi. Per tacere del fatto che Giuseppe, il marito di Giovanna, finisce nei guai con la polizia politica.
Federica Seneghini racconta come un romanzo la storia di amicizia, di gioco e di lotta di queste pioniere del calcio, tra esaltanti vittorie, umilianti battute d’arresto, alleati inattesi e irriducibili nemici. Attentamente ricostruito e corredato da un saggio di Marco Giani, che ripercorre decenni di discriminazione femminile nel mondo del calcio, questo scorcio avvincente del nostro passato è anche una riflessione preziosa sulle ingiustizie ancora pericolosamente vive nel nostro presente.
13 novembre ore 16.00 TEATRO NAZIONALE DI GENOVA /TEATRO IVO CHIESA
PREMIO IPAZIA ALL’ECCELLENZA AL FEMMINILE
Nazionale e Internazionale e Premio Lady Truck Raimondi Sirotti
Il Premio è assegnato ogni anno a 2 personalità, una nazionale e una internazionale che rappresentano le sezioni Arte – Cultura – Scienza, Economia, Diritto e Società; il termine Società diventa una variabile abbinabile di anno in anno ad una o all’altra sezione sulla base dei nomi proposti.
Il Premio viene assegnato alle persone che, selezionate tra le candidature dalla competente commissione, ad insindacabile giudizio delle medesime, sono individuate come figure di spicco e simbolo di eccellenza, esemplari nelle professioni, nelle arti, nella ricerca scientifica e tecnica e nel servizio sociale, tali da contribuire al progresso dell’umanità.
Obiettivo del Premio è, dunque, quello di formare ed incentivare nelle donne una più cosciente conoscenza della propria identità e della propria storia e dei propri diritti, favorendo uno scambio interculturale tra le donne dei paesi dell’Europa e del Mediterraneo.
Il Premio ha lo scopo di accendere i riflettori dell’attenzione pubblica sulle esperienze di successo, anche senza notorietà, capaci di coniugare etica, estro, applicazione, ricerca, risultati economici e qualità
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