21 e 22 ottobre – TEATRO DUSE
ARTEMISIA CATERINA IPAZIA…E LE ALTRE
Novità
con Laura Curino
Progetto e Regia Consuelo Barilari
Adattamento Laura Curino, Patrizia Monaco Dal Testo Del Gruppo Di Scrittura Collettiva Raggi X
Luci e videoscenografie Consuelo Barilari
Impianto Scenico Federico Valente
Editing Video Sara Monteverde
Proiezioni Gianluca De Pasquale
Costumi Francesca Parodi
datore luci Fabio Parodi
Produzione Schegge Di Mediterraneo – Festival Dell’eccellenza Al Femminile
Uno spettacolo biopic su Artemisia Gentileschi dove si intrecciano, evocate dalla radiografia del dipinto Santa Caterina d’Alessandria, diversi personaggi femminili, che Laura Curino evoca ed interpreta in un racconto ironico e tagliente: Artemisia Gentileschi, Caterina d’Alessandria, Ipazia, Giovanna d’Arco, Lucrezia, Giuditta. I personaggi e le opere della “pittora” e di altri artisti del ‘500 e ‘600, si muovono in una dimensione narrativa tra arte e teatro e compongono una suggestiva videoscenografia grazie all’utilizzo di grandi video proiezioni. Giuditta che decapita Oloferne, Santa Caterina di Alessandria, Danae di Artemisia, Giuditta e Oloferne di Caravaggio, La scuola di Atene di Raffaello, Il concerto musicale con Apollo e le Muse di Agostino Tassi e Orazio Gentileschi sono solo alcune delle magnifiche opere che dialogano con le parole sulla scena, alternandosi alla narrazione.
Storia del progetto
Laura Curino, una delle più interessanti protagoniste della scena contemporanea, è interprete dello spettacolo ARTEMISIA CATERINA IPAZIA… E LE ALTRE, con la regia e le immagini di Consuelo Barilari. Il testo definitivo curato dalla stessa Curino prende origine da un lavoro di scrittura drammaturgica collettiva condotto da Patrizia Monaco, organizzato del Festival dell’Eccellenza al Femminile. Il laboratorio si è svolto nell’arco di 6 mesi, con momenti di confronto pubblico in incontri, dibattiti e letture in tutta l’area metropolitana di Genova intorno alla figura di Santa Caterina di Alessandria martire a cui è dedicata tra l’altro anche il 25 novembre Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne. Il Gruppo di lavoro chiamato Raggi X composto da persone provenienti da diversi Comuni in provincia di Genova, Sestri Levante, Lumarzo, Casarza Ligure, Chiavari e Moconesi, sotto la guida della drammaturga Patrizia Monaco e della regista Consuelo Barilari, ha intrapreso un emozionante viaggio nella drammaturgia a intreccio dove il teatro, la poesia e l’arte figurativa si incontrano per dare vita alla magia del teatro. Il processo di elaborazione dell’idea testuale passa dalle agiografie di Jacopo Da Varagine alla letteratura storica, e attraversa la vastissima iconografia di Santa Caterina, con la ruota e la palma del martirio tra le mani, uno dei soggetti più rappresentati dai pittori di tutte le epoche. La scelta del gruppo cadde nella rappresentazione che ne dà Artemisia Gentileschi, lei stessa vittima di violenza, con due dipinti molto famosi, uno appena acquistato dalla National Gallery di Londra, l’altro conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze. La raffigurazione di una santa è un soggetto insolito per Artemisia, che ha dipinto grandi scene di forte impatto emotivo e significato, ma pochi ritratti. Sicuramente la pittora, fu affascinata come noi oggi, dalla figura di Caterina, colta, determinata e ribelle nella capacità di scegliere contro le imposizioni sociali dell’epoca e filosofa interessata, come Artemisia, a un mestiere tipicamente maschile in una società patriarcale. Il lavoro di restauro e analisi del dipinto Santa Caterina d’Alessandria della Gentileschi, portato a termine per l’8 marzo 2019 dall’Opificio delle Pietre Dure su commissione del direttore Eike Schmith delle Gallerie degli Uffizi dove è conservato, rivelò ai Raggi x in trasparenza, un secondo dipinto e altre figure, possibili modelli insospettabili di altre donne. Questo evento generò suggestioni, in un gioco d’immaginazione di sovrapposizioni e sdoppiamenti in identità multiple e riscritture che accostano ad esempio la figura di Caterina a quella, di Ipazia, la filosofa pagana martirizzata negli stessi anni di Caterina, sempre ad Alessandria ad opera dei seguaci di Cirillo, che secondo molti studiosi è “immagine simmetrica e inversa” della santa. In occasione della prima presentazione al pubblico dello spettacolo a Sestri Levante, Roberta Bartoli, studiosa di Artemisia Gentileschi (Kunsthistorisches Institut in FlorenzMax-Planck Institut – Accademia delle Arti del Disegno), Cecilia Frosini, storica dell’arte Dir. Dell’Opificio delle Pietre Dure, e Maria Luisa Reginella, restauratrice, in una conferenza di apertura dello spettacolo hanno raccontato al pubblico i segreti emersi dal restauro delle opere di Artemisia Gentileschi.
Lo spettacolo
In uno spettacolo biopic su Artemisia Gentileschi, si intrecciano evocate dalla radiografia del dipinto Santa Caterina d’Alessandria diversi personaggi femminili, che Laura Curino evoca ed interpreta, in un racconto ironico, tagliente e molto spesso comico: Artemisia Gentileschi, Caterina d’Alessandria, Giovanna d’Arco, Ipazia, Lucrezia, Susanna e i Vecchioni, Giuditta. I personaggi e le opere d’arte di Artemisia Gentileschi, e di altri artisti del ‘500 e ‘600, si muovono nella dimensione narrativa tra Arte e Teatro, per comporre una suggestiva scenografia di grandi video proiezioni a più livelli. Scorrono, appaiono sorprendendoci, vibrano, si frammentano e si alternano nella narrazione le opere di Artemisia Gentileschi: Giuditta che decapita Oloferne, Santa Caterina di Alessandria, Danae, La ninfa Corisca e il satiro, Autoritratto con liuto, Cleopatra, Autoritratto come allegoria della Pittura, Sansone e Dalida, Davide e Betsabea, Giaele e Sisara, Clio, la musa della storia, Santa Cecilia, Conversione della Maddalena, Ester e Assuero… E le opere dei maestri che Artemisia evoca e invoca come Giuditta e Oloferne di Caravaggio La scuola di Atene di Raffaello, Tre arcangeli e Tobiolo di Filippo Lippi, Tre arcangeli e Tobiolo di Francesco Botticini, Stanza dell’Aurora di Agostino Tassi e il Guercino, Il concerto musicale con Apollo e le Muse Agostino Tassi e Orazio Gentileschi e molti altri.
“Sulla tela vendicherò il mio stupro. Datemi un esercito, che voglio combattere; datemi un campo di battaglia e sentirete lo schianto della mia forza contro la sua mitezza; il clangore della mia violenza contro il bisbiglio della sua bontà da sacrestia. Datemi una guerra perché, a 21 anni, possiedo armi già ben forgiate, spade da affondare nella lussuria di principi e cardinali in forma di Cleopatre, Lucrezie, Veneri e Susanne; picche da infilzare nelle perversioni dei miei committenti a guisa di Giuditte, Maddalene e Giaele. Tutti desiderabili nudi di donne cui infliggere torture o da cui ricevere dolore: questo mi hanno fatto gli uomini, questo io voglio restituire alla loro impudica bramosia. Ero in mezzo a due fazioni di luride canaglie e ho pagato per tutti quei miseri uomini che si sono affrontati sul mio corpo non avendo il fegato di sfidarsi apertamente fra loro. ORA IO VI SFIDO. Mi farò vendetta con la pittura, dipingerò quadri potenti come nemmeno ho visto fare a Caravaggio. Bazzicava in bottega Caravaggio, si intendeva con mio padre. La conosco la sua Giuditta che taglia la testa a Oloferne: l’ho rifatto uguale il movimento delle braccia, ma la mia eroina non ha quell’espressione schifata quando fa zampillare la vena giugulare, né tira indietro il busto per paura di sporcarsi l’abito. Io affonderò la mia spada con voluttà. Dove siete, pittoruncoli? Io posso uccidere e sgozzare il più grande dei vostri campioni con le vostre stesse armi. IO, la figlia di un farabutto, la disonorata da un delinquente, io non voglio che mi sia concesso dipingere, io lo farò e basta.” Artemisia Gentileschi
Date e orari spettacoli
Teatro Duse – Teatro Nazionale Genova
giovedì 21 ottobre ore 19:30
venerdì 22 ottobre ore 20:30
Biglietti su https://biglietti.teatronazionalegenova.it/
Intero 16 € – Ridotto Under 30 11 €
Laura Curino
Autrice e attrice torinese, tra i maggiori interpreti del teatro di narrazione, Laura Curino alterna nel suo repertorio testi di nuova drammaturgia e testi classici. Tra i fondatori del Teatro Settimo ha partecipato come attrice e autrice alla maggior parte delle produzioni nei 25 anni di vita della compagnia.
Dal 2001 ha collaborato con numerosi teatri – tra cui Teatro Stabile di Torino e Piccolo Teatro di Milano – festival, aziende, istituzioni, radio e televisione. Insegna scrittura teatrale all’Università Cattolica di Milano e tiene conferenze, seminari e laboratori in Italia e all’estero. II tema del lavoro, il punto di vista femminile sulla contemporaneità, l’attenzione per le nuove generazioni sono fra gli elementi fondanti della sua scrittura.
Tra i tanti testi e spettacoli messi in scena: due sulla storia della famiglia Olivetti; Il Signore del cane nero su Enrico Mattei; Bella e Fiera, Milano attraverso la storia della sua Fiera; La lista su Pasquale Rotondi, Soprintendente che salvò migliaia di capolavori d’arte durante la Seconda Guerra Mondiale; Natasha ha preso il bus, di cui ha curato la regia, sul mondo delle badanti; Il rumore del silenzio dedicato alle vittime della strage di Piazza Fontana. È inoltre interprete di numerosi spettacoli per la regia di: Consuelo Barilari, Alessandro D’Alatri, Simone Derai, Corrado D’Elia, Anna Di Francisca, Ivana Ferri, Luca Micheletti, Cristina Pezzoli, Marco Rampoldi, Renato Sarti, Marco Sciaccaluga, Laura Sicignano, Serena Sinigaglia, Claudia Sorace, Roberto Tarasco e Gabriele Vacis.
Tra i numerosi riconoscimenti: Premio Ubu (con Teatro Settimo) 1993, Premio Anct – Ass. Naz. Critici di Teatro 1998, Premio Hystrio per la drammaturgia 2003. Dal 2015 è direttore artistico del Teatro Giacosa di Ivrea.
Patrizia Monaco
Genovese, laureata in Storia del Teatro e dello Spettacolo, scrive e traduce per il teatro e per la radio, con incursioni in campo cinematografico. Dopo aver collaborato alla Cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo dell’Università di Genova, e aver co-diretto il Centro Universitario Teatrale, si è trasferita a Dublino dove ha lavorato come lettrice d’Italiano presso l’University College e in seguito ha tenuto seminari sul teatro italiano contemporaneo e drammaturgia presso il Trinity College di Dublino. Attualmente insegna storia del teatro e scrittura creativa con tecniche laboratoriali presso diverse istituzioni pubbliche e private, regolarmente o saltuariamente, quali Università di Genova, Biblioteca di Santa Margherita Ligure, Eccellenza al Femminile e tiene seminari e conferenze in varie parti d’Italia e del mondo, in italiano e inglese. Dal giugno 2009 tiene un corso di scrittura creativa presso Il Circolo Roma di Istanbul, temporaneamente sospeso per ragioni politiche e continua invece attivamente a collaborare con il WPI, International Women Playwright, donne autrici teatrali di tutto il mondo che si riuniscono ogni tre anni. Oltre ad intervenire con i suoi testi, Patrizia Monaco tiene workshop su vari temi. Nel 2015, a Città del Capo, organizzò un incontro di lavoro sul docu-drama, da cui ebbe origine un copione scritto in poche ore su un fatto di cronaca preso dal Cape Times di quel giorno.
Dal 1995 fa parte del Gruppo di Ricerca Drammaturgica – Teatro Donna, con cui ha scritto e pubblicato “Accadde a Roma” “Accadde in Sicilia” “Donne di Milano” Ha vinto numerosi premi teatrali (Riccione, Idi, Vallecorsi, Fersen, Anticoli Corrado e molti altri) e i suoi testi sono stati rappresentati, o radiotrasmessi, in Italia e all’estero. Nel dicembre 2007 all’Università degli Studi di Genova è stata discussa una tesi di laurea su “Il teatro di Patrizia Monaco” , relatore il prof Trovato, Cattedra di Drammaturgia.
Fra le sue più significative realizzazioni
L’Aquilone; Pagliacci; Estate a Casa Magni;La Briglia; Il vero e il falso O’Brien; Cellulite Addio; Se il futuro è così, io non vengo…;Donne Africane; Goldoni a Genova; La Nomade del deserto; Lucciole nel Cyberspazio; E’ tutto vero ma non è la verità; Una vertigine sopra l’abisso; Fuoco!!!; La porta dell’Inferno; Tutto cambia per restare come prima; Ghiaccio e Fuoco; L’ora dei demoni; Il libro dei Gatti Tuttofare; Chi ha paura del padrone cattivo?; Il mistero di Giuda; Tutto per non aver mangiato i cavoletti di Bruxelles; Giustizia in diretta; Condominio mitologico; Icaro 2001; Penelopeide; L’occasione; Amore Assassino; Pandora, la primadonna. Filmografia: L’alba (2003), Il segreto (2008), Amina (2014), E’ solo un gioco (2017)
Consuelo Barilari regista, è ideatrice e Direttrice del Festival dell’Eccellenza al Femminile che ha avuto il riconoscimento di tre Medaglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Patrocinio dell’Unesco peri Beni Immateriali. Si occupa dal 2003 di creazione e regia di spettacoli teatrali prevalentemente da opere di nuova drammaturgia italiana, attenta ai temi del Mediterraneo e del “femminile”. Dal 2006 è regista di svariati spettacoli tra cui di “I Templari. Ultimo atto” con Paolo Graziosi e Sergio Romano, anche film per RAI 2; “Matilde di Canossa” con M. Kustermann e R. Alinghieri; “Le Crociate viste dagli Arabi” con Elia Shilton e una compagnia internazionale composta da 22 interpreti, con cui vince il progetto Europeo Schegge di Mediterraneo; “Federico. Notte di presagi” con P. Bonacelli; “Io Federico” con M. Venturiello; “Albert Camus e Jean Grenier. La fortuna di trovare un maestro” con F. Parenti e R. Alinghieri. “La Duchessa di Amalfi” di J. Webster con Mariangela D’Abbraccio; nel 2012 “Camille Claudel” di Dacia Maraini con Mariangela D’Abbraccio; “Fool I comici in Shakespeare” di Masolino D’Amico con il Globe Theatre di Roma. Lo Sguardo Di Orfeo 6 episodi teatrali tragicomici sul Mito di Orfeo, progetto con la regia di Marco Avogadro, Duccio Camerini, David Gallarello. Caro Eduardo, di Consuelo Barilari con Lina Sastri. (2016) Dante per voce femminile, con Moni Ovadia e Pamela Villoresi. Napule è n’ata storia (2017), di Pino Daniele ed Eduardo de Filippo, con Mariangela D’Abbraccio e Musica da Ripostiglio con debutto Teatro Quirino Roma. Matilde di Canossa, con Alessandra Fallucchi, Edoardo Siravo. Artemisia, Caterina, Ipazia… e le altre con Laura Curino. (2019/2020)
Laura Curino, le donne, l’arte e il coraggio
Recensione di Ilaria Barbara Varriano Aug 05, 2021
Laura Curino e la magia del racconto, le sfumature dei colori di un quadro e la sua riproduzione virtuale, il mondo femminile e la sue profondità, la realtà sotto la lente dell’ironia sono protagonisti dello spettacolo Armisia, Caterina, Ipazia e… le altre, in scena dopo una tournée bloccata dal covid.
Un viaggio nel mondo femminile, in cui “sembra di raccontare sempre la stessa storia” quella di un mondo abusato, bistrattato, costretto ma capace di grandi passioni e slanci. Un mondo che non ‘cede di un passo’ e, nelle sfumature, rivela il suo volto nel coraggio.
Laura Curino in questo caso è interprete e autrice della drammaturgia finale di un progetto di scrittura collettiva, legato alle donne e all’arte guidato da Patrizia Monaco con la supervisione della regista Consuelo Barilari, che ha riguardato figure femminili partendo da Artemisia Gentileschi, Caterina d’Alessandria, Giovanna d’Arco, Ipazia, Lucrezia, Susanna e i Vecchioni, Giuditta.
Donne che non fanno un passo indietro
Si tratta di storie di personaggi uniti dall’essere donna, dall’essere martire, dall’essere in qualche modo figure eccezionali. Donne, che hanno un punto in comune: la capacità di “non fare un passo indietro” nel processo di un’identità che rivela la propria determinazione, il proprio valore. Donne dell’arte, donne della cultura, donne di fede, donne che hanno lasciato il segno le cui tracce si trovano nel mondo figurativo tra cinque e seicento.
Laura Curino, come suo solito, da buona affabulatrice qual è, si muove sul palco intrecciando il suo racconto alla musica e anche a balli sfrenati se vuole, manipolando e guidando la parola che diventa corpo di personaggi diversi. Un viaggio che attraversa sfumature espressive diverse non mancando mai di passare dal tono ironico al serio, dal dato storico-scientifico al racconto commovente e umano. Ogni parola e storia hanno un impatto con il pubblico, sempre presente in questa costruzione dello spettacolo, provando a lasciare un segno, in nome del racconto – memoria.
Di particolare impatto ironico la descrizione de La scuola di Atene di Raffaello come una ‘sfilata di moda’ di personaggi maschili, di cui descrive nel dialogo con le immagini i dettagli proprio come se fosse su una passerella.
Materia, parola, corpo, immagine
L’altro punto essenziale dello spettacolo è nel racconto teatrale di immagini pittoriche e di artisti. L’arte pittorica, diventa parola per tornare immagine, si fa corpo per tornare etereo e simbolico sguardo. Lo spettacolo non è solo costruito da parole che rimandano alla fisicità della materia pittorica ma si incrocia con le immagini, quelle proiettate sui teli in scena.
Uno spettacolo multimediale – realizzato nell’impianto scenico di Federico Valente, con la videografica di Sara Monteverde, il video mapping di Gianluca De Pasquale- come attraversamento e uso dei nuovi segni, dei nuovi sistemi comunicativi che permettono il perfetto riecheggiare dello sguardo sulla materia del passato.
Sono tante le immagini pittoriche che scorrono, appaiono vibrano, si frammentano e si alternano nella narrazione come le opere di Artemisia Gentileschi o opere dei maestri che Artemisia evoca. Ma accanto alla storia di un dipinto che si fa parola e corpo, accanto al dipinto che viene reso bidimensionale immagine, accade pure che il gesto fisico dell’attrice si smaterializzi in luce e torni magicamente, tra scenografie e luci, a rifarsi immagine pittorica.
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