Schegge di Mediterraneo
Festival dell’Eccellenza al Femminile
presenta
Laura Curino
in
ARTEMISIA CATERINA IPAZIA…
E LE ALTRE
ideazione e regia Consuelo Barilari
testo teatrale di Laura Curino
dal laboratorio di scrittura collettiva Raggi X di Patrizia Monaco
scenografia Roberto Rebaudengo
videografica Sara Monteverde video mapping Gianluca De Pasquale
progetto luci Fabio Parodi
La storia del progetto
Laura Curino, una delle più interessanti protagoniste della scena contemporanea, è interprete dello spettacolo ARTEMISIA CATERINA IPAZIA… E LE ALTRE, di cui elabora anche il testo definitivo prodotto da un laboratorio di scrittura collettiva con Patrizia Monaco.
Lo spettacolo con la regia e le immagini di Consuelo Barilari e stato presentato in mise en espace presso l’ex Convento dell’Annunziata di Sestri Levante, e poi è stato presentato in anteprima nella XV edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile.
Il progetto originario nasce alcuni mesi prima dal laboratorio di scrittura collettiva Raggi x con una serie di incontri, dibattiti e letture svolte in tutta l’area metropolitana genovese sulla figura di Santa Caterina di Alessandria martire a cui è dedicata il 25 novembre la Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne.
Il Gruppo Raggi X composto da appassionati e professionisti provenienti da diversi Comuni in provincia di Genova, Sestri Levante, Lumarzo, Casarza Ligure, Chiavari e Moconesi, sotto la guida della drammaturga Patrizia Monaco e della regista Consuelo Barilari, ha intrapreso un emozionante viaggio nella drammaturgia a intreccio dove il teatro, la poesia e l’arte figurativa si incontrano per dare vita alla magia del teatro. Il processo di elaborazione dell’idea testuale passa dalle agiografie di Jacopo Da Varagine alla letteratura storica, e attraversa la vastissima iconografia religiosa di Santa Caterina, con la ruota e la palma del martirio tra le mani, uno dei soggetti più rappresentati dai pittori di tutte le epoche. La scelta del gruppo cadde sulla rappresentazione che ne dà Artemisia Gentileschi, lei stessa vittima di violenza, con due dipinti molto famosi, uno custodito alla National Gallery di Londra, l’altro alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
La raffigurazione di una santa è un soggetto insolito per Artemisia, che ha dipinto grandi scene di forte impatto emotivo e significato, ma pochi ritratti. Sicuramente la pittora, fu affascinata come noi oggi, dalla figura di Caterina, colta, determinata e ribelle nella capacità di scegliere contro le imposizioni sociali dell’epoca e filosofa interessata, come Artemisia, a un mestiere tipicamente maschile in una società patriarcale.
Il lavoro di ricerca interdisciplinare ha portato il progetto fino alle Gallerie degli Uffizi a Firenze che conservano il dipinto di Santa Caterina D’Alessandria di Artemisia Gentileschi, seguendo le tracce della Radiografia dell’opera, commissionata dal direttore all’Opificio delle Pietre Dure, che ha rivelato in trasparenza altre figure e possibili modelli di donne in un secondo dipinto. Questo evento ha dato il via a nuove suggestioni, in un gioco di sovrapposizioni, identità multiple e riscritture che nella drammaturgia finale si concretizzano in una narrazione che accosta la figura di Caterina a quella, della sapienza o Ipazia, la filosofa pagana martirizzata in epoca bizantina ad Alessandria ad opera dei seguaci di Cirillo: secondo alcuni studiosi “immagine simmetrica e inversa” della santa.
In occasione dell’anteprima di Sestri Levante, Roberta Bartoli, studiosa di Artemisia Gentileschi (Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck Institut – Accademia delle Arti del Disegno), Cecilia Frosini, storica dell’arte Dir. Dell’Opificio delle Pietre Dure, e Maria Luisa Reginella, restauratrice, hanno introdotto lo spettacolo e raccontato il restauro sulle opere di Artemisia Gentileschi.
Lo spettacolo
Teatro e Arte si intrecciano nei diversi personaggi femminili che Laura Curino evoca ed interpreta, in un racconto ironico, tagliente e molto spesso comico: Artemisia Gentileschi, Caterina d’Alessandria, Giovanna d’Arco, Ipazia, Lucrezia, Susanna e i Vecchioni, Giuditta. I personaggi nella narrazione e le immagini delle principali opere d’arte di Artemisia Gentileschi e di altri artisti del ‘500 e ‘600, si intrecciano di continuo e vanno a comporre su tulle una suggestiva scenografia a più livelli di grandi video proiezioni.
Scorrono, appaiono sorprendendoci, vibrano, si frammentano e si alternano nella narrazione le opere di Artemisia Gentileschi: Giuditta che decapita Oloferne, Santa Caterina di Alessandria, Danae, La ninfa Corisca e il satiro, Autoritratto con liuto, Cleopatra, Autoritratto come allegoria della Pittura, Sansone e Dalida, Davide e Betsabea, Giaele e Sisara, Clio, la musa della storia, Santa Cecilia, Conversione della Maddalena, Ester e Assuero… E le opere dei maestri che Artemisia evoca e invoca come Giuditta e Oloferne di Caravaggio La scuola di Atene di Raffaello, Tre arcangeli e Tobiolo di Filippo Lippi, Tre arcangeli e Tobiolo di Francesco Botticini, Stanza dell’Aurora di Agostino Tassi e il Guercino, Il concerto musicale con Apollo e le Muse Agostino Tassi e Orazio Gentileschi e molti altri.
“Sulla tela vendicherò il mio stupro. Datemi un esercito, che voglio combattere; datemi un campo di battaglia e sentirete lo schianto della mia forza contro la sua mitezza; il clangore della mia violenza contro il bisbiglio della sua bontà da sacrestia. Datemi una guerra perché, a 21 anni, possiedo armi già ben forgiate, spade da affondare nella lussuria di principi e cardinali in forma di Cleopatre, Lucrezie, Veneri e Susanne; picche da infilzare nelle perversioni dei miei committenti a guisa di Giuditte, Maddalene e Giaele. Tutti desiderabili nudi di donne cui infliggere torture o da cui ricevere dolore: questo mi hanno fatto gli uomini, questo io voglio restituire alla loro impudica bramosia.
Ero in mezzo a due fazioni di luride canaglie e ho pagato per tutti quei miseri uomini che si sono affrontati sul mio corpo non avendo il fegato di sfidarsi apertamente fra loro. ORA IO VI SFIDO. Mi farò vendetta con la pittura, dipingerò quadri potenti come nemmeno ho visto fare a Caravaggio. Bazzicava in bottega Caravaggio, si intendeva con mio padre. La conosco la sua Giuditta che taglia la testa a Oloferne: l’ho rifatto uguale il movimento delle braccia, ma la mia eroina non ha quell’espressione schifata quando fa zampillare la vena giugulare, né tira indietro il busto per paura di sporcarsi l’abito. Io affonderò la mia spada con voluttà. Dove siete, pittoruncoli? Io posso uccidere e sgozzare il più grande dei vostri campioni con le vostre stesse armi. IO, la figlia diun farabutto, la disonorata daundelinquente, io nonvoglio che mi sia concesso dipingere, io lo farò e basta.
Scarica la Artemisia Caterina Ipazia e le altre… Scheda Artistica e Tecnica
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