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Il cuore e la mente sono spesso ritenuti reciproci avversari. Ma è grazie al cuore, inteso come slancio e motore delle attività della mente, che l’uomo ha potuto realizzare grandi imprese.
Sappiamo anche che ogni donna ha avuto bisogno del cuore e di un’ardente passione per realizzare i propri progetti e per emergere in un mondo plasmato dagli uomini e dominato dalle loro regole. Il nostro Festival vuole indagare in una carrellata di storie di eccellenza dall’antichità al comtemporaneo la relazione di forza che esiste tra il cuore e la mente, anche attraverso il paradosso, nei casi in cui il cuore sia motore di impulsi distruttivi.
La grecità consegna al mito figure femminili caratterizzate dalla passione che distrugge, come Fedra, Medea, anche se capaci di guidare il cuore con lucido intelletto. Nelle epoche successive passano alla storia donne che assoggettarono il sentimento alle grandi scelte di governo come Elisabetta I d’Inghilterra, Maria Teresa D’Austria, Caterina di Russia, o potenti sovrane vissute nella ricerca di un equilibrio tra il cuore e i doveri del ruolo e della casata, come Giovanna d’Aragona, Giovanna di Napoli, Isabella d’Este. L’argomento è controverso e soggetto a cambiamenti a seconda degli umori politici e delle epoche.
Fino al rinascimento il genio ed il cuore si fondono nella fede e nelle grandi scelte religiose le cui protagoniste come Matilde di Canossa, Giovanna D’Arco o Teresa D’Avila sono passate alla storia beatificate al pari degli uomini.
Più tardi le figure femminili che assurgono alla Storia dovettero cavalcare il paradosso per coniugare il genio con il cuore, come Rosa Luxembourg e Sarah Parker protagoniste della ribellione e della provocazione ante litteram capaci di sfidare il potere e i pregiudizi del tempo.
Nell’epoca moderna poi le conquiste Democratiche e le battaglie peri Diritti sanciscono definitivamente l’importanza di un legame tra mente e cuore riconoscendo alle donne maggiore libertà di espressione e creazione, infatti anche la Scienza riconosce il Nobel a Maria Montessori.
Ma la strada è ancora lunga e le donne dovranno ancora combattere una dura battaglia personale per poter mantenere in armonioso equilibrio i termini di questo rapporto. Il genio e la creatività spesso hanno dovuto soccombere come nel caso della sfortunata Camille Claudel, la più grande scultrice in epoca moderna, che rinunciò alla sua arte per le pressioni della famiglia e dell’amore finendo la sua vita in manicomio.
Donne straordinarie che hanno aperto la strada all’eccellenza femminile servendosi del cuore e della mente ed elevando entrambi a guida della creatività. Il Festival si propone di investigare l’importanza che assume per le donne di oggi il rapporto tra mente e cuore nel lavoro, nel sociale e nella cultura, lo stesso che ha mosso in passato la creatività e il genio femminile.
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